Per fare una pausa mentre lavoro al prossimo articolo ho deciso di raccontarvi una storia.
Questo raccontino è tratto da un libricino che ho da parecchi anni. Non sono riuscita a trovare un riscontro riguardo alla sua veridicità o se si tratti soltanto di una leggenda metropolitana. Che sia vero o no vi lascio a questo simpatico racconto.
DESTINO? PURA COINCIDENZA?
A voi la scelta...
Nel 1992 un uomo si gettò dal tetto di un palazzo di 26 piani a Chicago. Mentre superava in caduta il quattordicesimo piano, uno sparo proveniente da uno degli appartamenti lo colpì alla testa uccidendolo all’istante.
La polizia che investigava sull’incidente doveva risolvere un problema interessante: si trattava di suicidio o di omicidio? Non era facile decidere perché c’erano molte complicazioni.
La prima era che, a insaputa dell’uomo, un’impresa di pulizie aveva istallato una rete di sicurezza ad altezza del dodicesimo piano, per salvare da una eventuale caduta gli addetti alla pulizia delle finestre. Ma la rete era abbastanza robusta da reggere anche qualcuno che fosse caduto dal tetto. Quindi l’uomo probabilmente si sarebbe salvato.
Dal momento che era morto per la ferita da arma da fuoco, sembrava si trattasse di un omicidio. La domanda principale diventava allora: chi era stato?
Quando la polizia eseguì le ricerche nel palazzo scoprì che l’appartamento da cui era provenuto lo sparo apparteneva a una coppia anziana. Nel pomeriggio in questione avevano avuto una violenta discussione e, durante il litigio, il marito aveva preso la sua pistola da un cassetto, mirato alla moglie, e sparato. Lo sparo aveva mancato la donna, ma era passato dalla finestra e aveva ucciso l’uomo che tentava di suicidarsi.
Sembrava che la polizia avesse trovato l’assassino. Oppure no?
L’uomo che aveva premuto il grilletto era sicuro che l’arma fosse scarica. Disse che litigava spesso con la moglie ed era abituato a minacciarla con la pistola che sapeva innocua. I poliziotti non gli credettero, ma quando parlarono con la moglie, lei confermò la sua versione dicendo che era uno stupido gioco tra loro. Né lei né il marito avevano la più pallida idea del perché la pistola fosse carica.
La polizia decise di non accusare nessuno per il momento e cominciò a indagare su un altro problema fondamentale. Chi aveva caricato la pistola?
Si scoprì che il responsabile era l’amico più caro della coppia e il caricamento della pistola non rappresentava un errore innocente. L’uomo avrebbe ereditato una grossa somma di denaro alla morte della donna e conosceva l’attitudine del marito di puntarle contro la pistola scarica quando litigavano. Così caricò in segreto l’arma e aspettò che il marito la usasse.
Ma i due non litigarono per parecchie settimane. Il loro presunto amico entrò in una grave depressione per il denaro e alla fine decise di suicidarsi. Così si buttò da tetto del loro palazzo e fu colpito dal proiettile che lui stesso aveva caricato mentre precipitava davanti all’appartamento dei due al quattordicesimo piano.
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