"Tutto ciò che appare non è"
Questo doveva essere il “motto” del conte Cesare Mattei visto come ha realizzato l’interno della sua Rocchetta.
Quello che vi racconterò mi è stato spiegato durante la visita alla Rocchetta e deriva da informazioni ottenute dalle lettere di Cesare ai propri amici e dalle interpretazioni e deduzioni di studiosi che si sono appassionati a questo luogo incantevole.
Se avete modo di visitare la Rocchetta vi consiglio di non proseguire nella lettura per potervi gustare a pieno la visita (fidatevi… merita!) e di tornare in tal caso a leggere in seguito in modo da confermare/ampliare quello che vi viene raccontato sul posto.
Si trattava dell'ELETTROMEOPATIA: cura basata sull'uso di granuli simil-omeopatici rafforzata dall'elettricità vegetale che Mattei riteneva di essere riuscito a fissare nei suoi fluidi; sosteneva inoltre di aver anche amplificato questa energia. Il suo scopo era quello di ristabilire l'equilibrio tra le cariche elettriche del corpo e ricondurre la parte dolente allo stato neutrale (concetto simile a quello della medicina cinese). Si dice che curasse perfino il cancro, malattia che uccise la madre del conte nel 1840 dopo 10 anni di atroci sofferenze e che lo spinse a prodigarsi nella ricerca di una cura.
Peccato che, dopo la sua morte, il segreto su questa cura portentosa sia morto con lui.
Ma qualcosa di buono sicuramente faceva... visto che Cesare Mattei ha avuto una figlia a ben 83 anni con la governante di 27 anni.
Il conte era sicuramente un soggetto particolare! Bisogna riconoscergli il merito di curare gratuitamente i malati ed essere caritatevole con i poveri. E’ riuscito inoltre ad esportare i propri rimedi in numerosi paesi di tutto il mondo.
In tutti gli stati asiatici, in primis in India, Mattei viene addirittura adorato come un guru!
Soffriva però anche di manie di persecuzione: temeva per sé e per i suoi farmaci tanto che vedeva ovunque concorrenti.
Sicuramente è una delle poche persone al mondo, se non l’unica, ad aver avuto un ponte levatoio all'interno di un corridoio che conduceva ad un’ala del castello a lui riservata dove si trovava la sua camera da letto e dove aveva il proprio laboratorio segreto… poteva così isolarsi letteralmente ed evitare che le persone potessero avvicinarsi a quest’ala... o perlomeno coloro che non conoscevano il passaggio segreto presente nelle cantine!
Andiamo ora a visitare questo luogo pieno di simboli dove, come vi avevo anticipato, "Tutto ciò che appare non è".

All'entrata sulla prima porta troviamo un grande leone che simboleggia il tutto e la potenza. Sotto un leoncino guarda verso il basso: è per i visitatori che sono protetti così dal massimo dei simboli.

Sopra il portone principale si trova un'arpia (simboleggia il mago) che, in questo caso, è cattiva e ha tra le mani il mondo: tutto il male del mondo è fuori dalla porta perché il bene resta all'interno.
Davanti alla scalinata di ingresso possiamo notare un ippogrifo che sta a protezione del castello. Questo animale è tipicamente “l’animale domestico” di un mago (sicuramente lo conoscerete per via di Harry Potter!) infatti solo un mago può pensare di fondere due animali che si odiano come il cavallo e il grifone che a sua volta è un’ulteriore fusione di aquila e leone. Si tratta quindi dell’incrocio di un incrocio!
Il portone principale rappresenta il sole ed è inoltre orientato al tramonto nel giorno del solstizio d'estate.
Entrati dal portone ci troviamo nella caverna cosmica: rappresenta il passaggio tra i due mondi, quello esterno della vecchia medicina (rappresentato con divinità ancestrali ed architettura antica) e quello interno della nuova medicina (rappresentato dal bello e nuovo dell’architettura moresca).

Nel primo cortile troviamo una sorta di “battezzo purificatore” per coloro che vi passavano a fianco (infatti la fontana spruzzava molto al di fuori di questo vaso).
Alzando gli occhi possiamo notare anche raffigurati dei pellicani: il pellicano con sotto i piccoli che gli succhiano il sangue è una classica icona dei Rosacroce di cui si pensa che Cesare Mattei fosse un Gran Maestro. Molte, se non tutte, le simbologie all'interno della Rocchetta sono infatti Rosacrociane.
I Rosacroce sono un leggendario ordine segreto ermetico cristiano, probabilmente formato da riformatori religiosi e morali che utilizzavano mezzi per l’epoca ritenuti scientifici, in particolare l’alchimia, per far conoscere le proprie opinioni. Il simbolo dell’ordine è una croce con al centro una sola rosa rossa: stato spirituale che corrisponde ad una conoscenza d’ordine cosmologico che può avere rapporti con l’ermetismo cristiano oppure, come vuole un’altra interpretazione, si riferiscono all'evoluzione spirituale dell’uomo.
Entriamo poi nella sala dei novanta: l’idea di Cesare era quella di festeggiare i 90 anni con altre 90 persone anch'esse di 90 anni (sarebbe stata una festa davvero vivace e allegra…) ma ahimè Cesare morì prima a “soli” 87 anni nel 1896.
All'interno di questa stanza il numero 3 (numero perfetto) è ricorrente: abbiamo numerose stelle ad 8 punte (quindi composte da tanti piccoli triangoli), 3 uscite verso la luce, la vista è su 3 montagne, ci sono 3 sedute e ogni seduta ha 3 stelle nella parte centrale. La sala è poi esagonale come il tempio di Salomone.
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Rosone con l’immagine e la data di nascita di Cesare Mattei nella sala dei novanta |

Anche qui nulla è ciò che sembra… le pareti sono storte orizzontalmente (ci sono infatti angoli acuti e angoli ottusi) ma le colonne sono perfettamente allineate e questo ci fa sembrare la sala rettangolare, sono storte anche verticalmente infatti in alto è più largo (man mano che ci alziamo verso Dio la nostra immagine si allarga), le colonne sono di finto sasso, le arcate sono in realtà di legno, i mosaici sono in realtà finti perché dipinti, la tela non è tela ma è disegnata. Di cosa vi sembrano i rosoni del soffitto?

All'uscita della chiesa passiamo accanto ad una bellissima scala di legno... che non è di legno ma di cemento armato.
Mattei era particolarmente affascinato da Copernico tanto che tutto il castello è orientato sulla cartina eliocentrica copernicana! Al centro della Rocchetta si trova la torre dell’orologio (che sarebbe il Sole) e le sale rappresentano i pianeti che ruotano intorno al Sole: la torre della visione (torre più antica del castello, deve il suo nome ad un affresco presente nella sala principale, lo studio di Mattei, in cui è rappresentata la vittoria della nuova medicina elettromeopatica sulla medicina tradizionale e dove si racconta come il conte sia stato illuminato un giorno dal Signore che gli ha fatto capire come preparare i suoi rimedi) è Saturno, la sala dei 90 è la Terra, la torre all'ingresso è Marte, la torre della favorita (dove venivano ospitate visite femminili non del tutto regolamentari per allietare il castellano; avevano un turno fisso: martedì, giovedì e sabato) è la Luna (che guarda caso rappresenta la donna)... mancava solo Urano (scoperto a fine 800) per successivamente è stata costruita una torretta nel parco.
Noteremo anche numerose righe bianche e nere nelle torri: si tratta di flussi energetici (alcune salgono e altre scendono non in modo casuale). Anche i mattoncini sono tutti orientatori di energia.
Entriamo nel cortile dei leoni, copia dell’omonimo cortile dell’Alhambra (Spagna) che però avrebbe 12 leoni mentre qui ne abbiamo solo 4 (casualmente 4 = 12/3 che è il numero perfetto).

Vediamo la bizzarra struttura della sala della musica: una delle colonne dell'arco, diversamente dalle altre, scende a picco e "mozza" la stanza. Questo perché, prolungando le linee dei muri portanti e delle scale, al primo piano si forma un pentagono e al piano terra si forma un esagono.

Nello stretto corridoio di servizio che gira dietro alla sala il pavimento è fatto di conchiglie di madreperla (forse l'unico al mondo!)
Torniamo nella cappella dal piano superiore e scopriamo, finalmente, che i rosoni del soffitto non sono rosoni… ma soltanto tela dipinta!
Troviamo qui inoltre la Tomba di Cesare Mattei (creata e posizionata secondo le sue stesse indicazioni) che è simile all'arca dell'alleanza e si trova nella sua stessa posizione (in alto a destra) all'interno del tempio di Salomone. Sulla parte frontale della tomba troviamo una scritta con molti numeri: si pensa possa trattarsi di un rebus ma, mancandone una parte, non avremo modo di capire cosa siano e cosa volessero dirci. Sul lato destro della tomba troviamo uno squarcio di astronomia che invita l'uomo a meditare sull'immensità dello spazio:

“Diconsi stelle di XVI grandezza e tanto più lontane sono che la luce loro solo dopo XXIV secoli arriva a noi. Visibili furono esse coi telescopi Haerschel. Ma chi narrerà delle stelle anche più remote: atomi percettibili solo colle più meravigliose lenti che la scienza possegga o trovi? Quale cifra rappresenterà tale distanza che solo correndo per milioni d’anni la luce alata valicherebbe? Uomini udite: oltre quelle spaziano ancora i confini dell’Universo!”

Nelle vicinanze della biblioteca si trova un salottino pentagonale con soffitto e pavimento anch'essi pentagonali. In questo salottino venivano tenuti i medicinali: è pentagonale proprio come i contenitori usati dagli alchimisti.

Arriviamo poi all'ambulatorio/studio di Cesare. La sala in cui riceveva i pazienti è insonorizzata con quadrati di cartapesta posati a formare una chiocciola... ci troviamo praticamente sotto ad una piramide! Le chiocciole per gli alchimisti contengono sezioni auree: dovevano portare l'alchimista alla pietra filosofale. Altro particolare interessante da notare è la cupola dello studio di forma esagonale.
Anche la posizione della Rocchetta non lo è: ci troviamo davanti ad una montagna sacra (emulo del Sinai) e all'incrocio di due fiumi (che si dice essere un centro energetico) Reno e Limentra.
A questo punto sicuramente vi chiederete perché sono presenti tutti questi riferimenti a Gerusalemme, al Sinai e al tempio di Salomone? Cesare Mattei per poter vendere la sua medicina aveva un problema: la religione. Era necessario trovare un punto in comune per poterla vendere a tutti ed è stato preso come punto di riferimento il tempio di Salomone che “mette tutti d’accordo”, anche religioni diverse.
Dopo tutte queste descrizioni articolate vi voglio lasciare con una curiosità un po’ particolare: i gabinetti all'interno della Rocchetta sono opera del figlio di Cesare; al tempo del conte in tutto il castello non si trovava nemmeno un “bagno” ma all'estremità di un terrazzo si trovavano due grosse rampe murate a cui ci si poteva attaccare con le mani... era sicuramente una forma di gabinetto moooolto primordiale ^_^
Che tutto quello che vi ho raccontato sia stato “partorito” effettivamente dalla mente del conte Cesare non ci è dato sapere… resta comunque una visione alquanto singolare ed affascinante. Questo palazzo è veramente incantevole nelle sue peculiarità e stravaganze, nelle sue riproduzioni e nei suoi colori.
Un ringraziamento alla Onlus Archivio Museo Cesare Mattei per la disponibilità nella lettura e correzione delle informazioni riportate in questo articolo.
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