13 aprile 2016

La pietra di Bologna

Parliamo di un’altra pietra di cui non si conosce quasi nulla... 
E questa volta è proprio nella nostra città, Bologna! Peccato che la maggior parte dei bolognesi non l’abbia mai vista… 




Questa pietra, in pratica sembra essere una lapide di una non-tomba che un certo Lucius dedica ad una misteriosa Aelia. Ecco la scrittura originale in latino e la sua traduzione: 

D M
D.M.
Aelia Laelia Crispis
Elia Lelia Crisp
Nec uir nec mulier nec androgyna
Nec puella nec iuuenis nec anus
Nec casta nec meretrix nec pudica
sed omnia sublata
né uomo ne donna, né androgino
né bambina, né giovane, né vecchia
né casta, né meretrice, né pudica
ma tutto questo insieme.
Neque fame neque ferro neque ueneno
Sed omnibus
Nec coelo nec aquis nec terris
Sed ubique iacet
Lucius agatho priscius
Uccisa né dalla fame, né dal ferro, né dal veleno,
ma da tutte queste cose insieme.
Né in cielo, né nell'acqua, né in terra,
ma ovunque giace,
Lucio Agatone Prisco
Nec maritus nec amator nec necessarius
né marito, né amante, né parente,
Neque moerens neque gaudens neque flens
né triste, né lieto, né piangente,
Hanc nec molem nec pyramidem nec sepulchrum
né mole, né piramide, né sepoltura,
Sed omnia
Scit et nescit cui posuerit
ma tutto questo insieme
sa e non sa a chi è dedicato.
Hoc est sepulchrum intus cadaver non habens
Questo è un sepolcro che non contiene alcuna salma
Hoc est cadaver sepulchrum extra non habens
Questa è una salma non contenuta in alcun sepolcro
Sed cadaver idem est et sepulchrum sibi
ma la salma e il sepolcro sono la stessa cosa

Ho usato il termine non-tomba perché parla apparentemente di una persona deceduta ma la lastra non era stata posta su nessuna tomba. In origine infatti, era attaccata sul muro di una chiesa accanto alla villa dei Volta, ma senza nessun loculo ai suoi piedi. 

La chiesa in questione era un ex priorato dell’ordine di Maria Vergine Gloriosa, anche conosciuto come ordine dei Frati Gaudenti, e la villa apparteneva al gran maestro dell’ordine Achille Volta. I frati gaudenti, resi un ordine militare dal Papa, erano nati per mantenere la pace fra le varie fazioni cittadine. Oggi è il complesso militare di Casaralta, fuori da porta Galliera. 

Il testo è sicuramente enigmatico e nel corso dei secoli ha ispirato le più svariate ipotesi sul suo significato. 
La lapide inizia con le lettere D M che probabilmente si riferiscono agli Dei Mani: gli dei degli inferi per i latini. 
Considerandola una iscrizione funeraria le ipotesi più diffuse sostenevano che fosse l’estremo riposo di un eunuco (uomini sottoposti a mutilazione genitale) o di un aborto. Ma molti rimasero invece convinti del fatto che non fosse un epitaffio, bensì un arguto indovinello. In questo ultimo caso, il burlone del tempo sarebbe stata una persona degna di stima e dotata di grande dedizione, visto che la lapide pesa "appena" quattro quintali! 

La PIETRA DI BOLOGNA, custodita presso il museo civico, è però solamente una copia in quanto l’originale, realizzata circa un secolo prima, era stata conservata talmente male che con il tempo era diventata illeggibile. A metà del 1600 ne fu così ordinata una copia che fu poi restaurata nel 1988. La riproduzione però (mistero nel mistero) non riporta le ultime tre righe presenti nell'originale! 


L’ipotesi che più fa sognare vuole che l’iscrizione sia la formula per la pietra filosofale: il misterioso fattore con il potere di trasmutare i metalli e donare onniscienza. Per gli alchimisti il segreto della Pietra Filosofale era troppo potente per essere divulgato ai profani, il che impose loro di comunicare tramite enigmi ed indovinelli, giochi di parole, metafore e apparenti controsensi. 



Agli occhi di un alchimista l’insieme di controsensi e negazioni della pietra di Bologna appaiono invece dal significato chiaro e luminoso! 
Il fattore Aelia racchiuderebbe in sé tutto quello di cui necessita per essere perfetta: è trasmutata, innalzata e trasformata in qualcosa di immateriale e superiore. Così come il fattore Lucius risulta quasi speculare ad Aelia, con caratteristiche uniche e inscindibili da “lei”. Nell'interpretazione alchemica Lucius ed Aelia sarebbero quindi gli elementi necessari alla trasmutazione dei metalli. 
Questa visione alchemica porta a vedere l'ordine dei frati gaudenti come una setta esoterica di cui questa finta lapide ne sarebbe lo stendardo. 

Nonostante la quantità di studiosi che nei secoli si sono cimentati a cercare interpretazioni di questa presunta lapide, ancora oggi non esiste una interpretazione definitiva, quindi dovremo rassegnarci e restare con il dubbio sperando che, prima o poi, qualche luminare riesca a soddisfare la nostra curiosità.


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